ACQUEDOTTO SOTTRATTO AI VEDANESI
La vera sorpresa di questa estate è stata la decisione
repentina presa dalla giunta di aderire ad una proposta elaborata a livello
provinciale volta a definire l’assegnazione della gestione dell’acquedotto
vedanese ad una società provinciale a partecipazione pubblica. Fin qui siamo
nel solco tracciato dalla normativa sugli acquedotti che prevede un loro
accorpamento per ottenere economie di scala e che esige, dopo il referendum che ha sancito
la non cedibilità a privati dell’acqua in quanto bene pubblico per eccellenza,
la costituzione di società a partecipazione pubblica. Dov’è il problema allora?
Il consiglio comunale è stato chiamato ad autorizzare
l’adesione alla costituzione di una fantomatica società “ALFA” senza che sia
noto a che condizioni avverrà il
trasferimento delle infrastrutture del nostro Comune e senza sapere quali
saranno le tariffe che verranno applicate agli utenti. Poiché la maggioranza di
tale società sarà in capo alla Provincia di Varese (ente commissariato e
svuotato di poteri) e il nostro comune
non potrà aver voce in capitolo nelle decisioni
gestionali della costituenda società
, l’operazione ci pare più foriera di rischi che di opportunità. Come noi hanno pensato anche i principali
comuni della nostra provincia -Varese,
Busto, Gallarate- che non hanno neppure
preso in considerazione la pressante richiesta si sono ben guardati dall’aderirvi. Perché la nostra giunta ha voluto partecipare senza esitazioni e senza dibattito a questa iniziativa dei funzionari dell’Ufficio provinciale addetto al Servio Idrico Integrato?
Ci stupisce anche la posizione dei consiglieri di opposizione che,
probabilmente non avendo approfondito la questione a causa del poco tempo a
disposizione, hanno tenuto posizioni neutre o addirittura favorevoli. Per
questo il nostro voto contrario purtroppo non è bastato a bloccare il
provvedimento. Su questo punto continueremo gli approfondimenti per evitare che
al primo sciagurato passo ne seguano altri nella medesima direzione.